mercoledì 29 agosto 2012

Una scuola in gomma, possibile grazie ad ARCO'

Grazie alla segnalazione di un amico che ho incontrato oggi a Pavia sono andata a sbirciare il sito di Arcò, uno studio di ragazzi ggggiovani che, cito parapara dal sito, "intendono l'architettura come la risoluzione di problemi contingenti attraverso un'interpretazione estetica, e quindi sensibile, della realtà".


Dando un'occhiata al porfolio ho notato come già dalle prime pagine l'attenzione si focalizzi sulla scelta di utilizzare tecniche volte al riciclaggio e all'uso di materiali poveri, in senso ambientale, attraverso l'impiego di fonti di energia rinnovabile e principi passivi di architettura bioclimatica.

Ora, passando ai loro lavori realizzati, la cosa che ci tenevo a segnalare sul blog è il progetto di una scuola realizzata con le gomme, pneumatici riempiti e successivamente ricoperti di terra.



Dal loro sito ecco la scheda del progetto:

Luogo - Territori occupati palestinesi, zona c, campo beduino di Al kHan Al Akmar
Anno - 2009
Committente - Vento di Terra + Jerusalem Bedouin Committee Anata
Consulenze - 
Costo complessivo - 85.000 €
Tempi di costruzione - 60 giorni

DESCRIZIONE
Questo progetto di emergenza nasce all’interno di un più grande progetto di cooperazione internazione, nel quale i beduini decidono di costruire una scuola per i loro bambini nel loro villaggio. I vincoli di partenza erano complessi: clima desertico; divieto assoluto di uso di cemento e fondazioni, a causa del divieto di costruzione di manufatti non temporanei nelle aree C; rapidità e semplicità costruttiva; costi minimi e manodopera locale non specializzata.Da questi vincoli nasce un progetto che unisce semplicità e rapidità di realizzazione con elevata prestazione termica e statica. I muri fatti di pneumatici riempiti di terra e la copertura in lamiera sandwich sorretta da travi in lamellare sono stati realizzati in sole 2 settimane con un primo ridottissimo budget. Grazie ai fondi successivi la scuola è stata completata con tutte le finiture e dotata di un impianto fotovoltaico.I lavori sono stati realizzati in autocostruzione dagli abitanti del villaggio, sotto la DL di ARCò. 

Vi posto qui le foto del progetto e qualche scheda tecnica ma per qualsiasi cosa vi consiglio di fare un giro sul sito, vedere i progetti e leggere anche le loro pubblicazioni e la rassegna stampa (il primo articolo segnato è di Raul Pantaleo, il primo "oggetto" del primo post scritto per il blog!).
Unico appunto: manca una ragazza nel gruppo!

















Arredare lo spazio pubblico oggi: pausa digitale a Parigi

A Parigi si è appena inaugurata la prima oasi interattiva della città: si tratta di una sorgente wi-fi attrezzata con le tecnologie più avanzate e dove chiunque può usufruire della rete in fibra ottica che corre sotto la strada.
JCDecaux, colosso francese della pubblicità su strada, assieme al designer Mathieu Lehanneur, ha vinto il concorso indetto dalla municipalità di Parigi per realizzare un arredo urbano dove collegarsi gratuitamente a internet con computer, smartphone e tablet. Il progetto si chiama Escale Numérique (lett. pausa digitale) e Lehannuer lo ha paragonato alle fontane cittadine del XIX secolo che fornivano acqua potabile; oggi la risorsa da erogare è ovviamente la connessione wireless a banda larga.








L'hotspot urbano, a disposizione di tutti, è composto da una pensilina-tetto verde, sostenuta da sei pali di legno e progettata per sembrare un giardino vista dai balconi intorno, e da delle sedute in cemento con piano d'appoggio e presa elettrica, illuminate durante la notte. E' presente anche uno schermo touch screen per informazioni sulla città e notizie per coloro che non si sono portati dietro il portatile o non hanno uno smartphone (speriamo che ne esistano ancora di persone così! ahimè anche io mi sono convertita ma rimpiango tutti i miei cari vecchi nokia..)
Il primo prototipo si trova nella Rond Point degli Champs-Elysées.

giovedì 23 agosto 2012

Easy Dome: icosaedri prefabbricati e super efficienti

L'architetto danese Kari Thomsen e l'ingnere Ole Vanggaard hanno creato queste Easy Dome, cupole/abitazioni a basso consumo di energia che possono essere smontate e riassemblate quando si vuole. La prima Easy Dome fu costruita nel 1992 per la Greenland Society sulle isole Faroe come rifugio per turisti e, visto il grande successo ottenuto, è iniziata da questa estate una più ampia produzione e fornitura di questi edifici prefabbricati.




La forma prende il nome di ICOSAEDRO, una specie di insieme di esagoni con molti angoli e anfratti che riesce a ottimizzare la quantità di spazio interno in ogni casa.
Le persone possono permettersi quindi di costruire case di alta qualità da sè, semplicemente utilizzando profilati di legno prefabbricati pronti da montare sia su un plinto di cemento che di legno, mettendoci all'incirca una giornata per sigillare e montare il tutto, senza l'aiuto di gru o altri macchinari. Queste piccole cupole sono state pensate per condizioni climatiche estreme, considerando anche la velocità del vento sui 200 km/h e il peso della neve.






All'interno sui due piani sono disposti un soggiorno, una cucina, bagno e due camere da letto: ogni cosa è realizzata con materiali sostenibili o riciclati. L'esterno è rivestito con uno strato di legno di pino impregnato di sostanze non tossiche e il tetto è ricoperto d'erba.
La costruzione è ventilata all'esterno e ben isolata con lana di legno o lino, con fibra di gesso per coprire tutti gli impianti e i cavi.
Il pavimento invece è realizzato con una piastra di cemento armato con isolamento resistente alle alte pressioni e in più in ogni abitazione sono installati dei pannelli solari e una stufa di mattoni, controllati da un termostato e collegati a un serbatoio d'acqua.









domenica 19 agosto 2012

Boats recycled into sheds

Ecco un modo affascinante per riciclare una barca e farne un'abitazione.
Queste barche si trovano a Lindisfarne, in una località meglio conosciuta come Holy Island, sulla costa orientale della Gran Bretagna, e ora fungono come magazzini per i pescatori del luogo.
Ecco una carrellata di immagini scattate da vari fotografi.












mercoledì 8 agosto 2012

Il modo più conveniente per vivere

fonte: http://www.reusethisbag.com/

Nuovi uffici di Google a Londra in stile Grande Fratello

Ok questo argomento non tratta  per niente di autocostruzione, riciclo ecc.. ma quando ho visto le foto sul sito del Post ho voluto scriverci un articolo perchè...non sembra di essere al lavoro ma al Grande Fratello! Questi qui hanno 15.000 mq di uffici a Covent Garden, nel palazzo St. Giles di Renzo Piano, progettati dal gruppo Penson, con PALESTRA, BAR, AREE RELAX, un LUOGO.DOVE.LE.PERSONE.POSSONO.FAR.ASCIUGARE.I.VESTITI.DOPO.ESSERE.ARRIVATI.IN.UFFICIO (eeeeeeeeeehh?????), UNA TERRAZZA CON DIVANETTI dove si può coltivare anche un PICCOLO ORTO PERSONALE e una STANZA PER LE FESTE e i ricevimenti (la Town Hall) che può accogliere circa 200 persona, ricoperta da tende di velluto e dotata di impanti video e stereo..anche perchè sennò che festa è senza la musica?












Ora, vi metto anche delle foto dell'altra sede londinese a Victoria, dove gli uffici di Google occupano ben 3 piani! A vedere le foto me li vedo mentre fumano le loro siga in giardino, limonano duro tra di loro e aspettano solo di sentire il lunedì sera la Baby D'Urso che fa "ragazziiiiiiiiiiiiiiiii..."