giovedì 24 gennaio 2013

Anche il Corriere lo dice, meglio tornare alle case in terra

Questo è un articolo che avevo salvato e mi ero ripromessa di pubblicare, scritto il 26 novembre da Carlotta Clerici. Insomma non è che dica nulla di nuovo ma è interessante come ormai se ne parli sempre di più dei benefici e dei vantaggi nel costruire un'abitazione in terra o paglia, preferendo questi materiali al solito cemento. 
L'articolo riporta come esempio la Pisè Haus, costruita in Toscana da Pietro Melloni e sua moglie, Simsa McNally, dello studio PS:Studio a St. Moritz (dei poracci insomma).
Dal loro sito http://www.psstudio.ch/ vi riporto le foto del progetto ma incollo anche il link del corriere dove potrete vedere l'articolo originale, anche se qui ve l'ho riportato pari pari.
Ma che magari il curriculum lo mando a sti due, anche se l'idea di lavorare in svizzera non è che mi esalti proprio...












"Tornare alle case di terra, con le tecniche architettoniche moderne. È l'esperimento che gli architetti italiani Pietro e Simsa Melloni, marito e moglie poco più che 30enni trapiantati in Svizzera, hanno realizzato in Toscana. Costruendo una casa in terra cruda compressa, con la terra di scavo della piscina come materiale edile. Un modo noto di costruire ripari, scoperto dall’uomo dopo l’uscita dalla caverne, utilizzato con forme differenti da tutte le più grandi civiltà, e oggetto di trattati e dibattiti degli architetti del Settecento. Protagonista assoluta la terra, impastata con acqua, paglia, fibre naturali e presa direttamente dal territorio dove si costruisce per farne muratura.


COSTRUIRE IN TERRA CRUDA - Una tecnica edilizia chiamata terra cruda pisé, per l’appunto pressata, più nota al grande pubblico con il nome di terra battuta. Terra che, dopo essere stata miscelata con elementi naturali, viene compressa e stratificata. Con risultati paragonabili a quelli del calcestruzzo, ma senza la CO2 prodotta dal cemento. Un sistema di lavorazione che, oltre a salvaguardare l’impatto ecologico dei paesaggi, comporta un insieme di vantaggi per nulla trascurabili. Per esempio, l’impiego di risorse locali, l’isolamento termico, le capacità antisismiche e la resistenza al fuoco. Un'edilizia sostenibile che in Europa ha già molti sostenitori, tra cui l’architetto austriaco Martin Rauch, considerato con le sue case in terra cruda il pioniere europeo della riscoperta di metodo di costruzione. Facendo scuola a una nuova generazione di architetti più attenti e consapevoli delle problematiche ambientali.

CASA A KM ZERO – In Italia, a guardare alla strada aperta da Rauch, due giovani architetti che hanno deciso di costruire una casa con la tecnica millenaria della terra cruda pisé. Risultato? Un piccolo rustico immerso nei campi toscani di Stribugliano (Gr), sorto dallo stesso terreno su cui è appoggiato e che riprende per colore, impressione tattile e visiva, l’aspetto dei campi arati circostanti. «Per costruire la casa», afferma Simsa Melloni, «abbiamo usato soltanto i materiali locali. I muri dell’edificio sono stati realizzati con la terra di scavo, composta principalmente d’argilla, la pomice e, per i cappotti interni, il canniccio palustre delle campagne toscane». Materiali che non solo evitano un forte impatto visivo, ma si combinano perfettamente con la progettazione a risparmio energetico. «Il tetto», spiega Pietro Melloni, «è integrato da pannelli solari termici e fotovoltaici, non visibili da terra. In più, l’isolamento interno permette di sfruttare al meglio l’inerzia termica dei 48 centimetri di spessore dei muri, trattenendo nella casa il calore in inverno e il fresco in estate». Un risparmio dei consumi sviluppato anche nei pavimenti in ecomateriali che diffondono il calore con serpentine elettriche.

IL PROBLEMA DELLA PIOGGIA - Tra le soluzioni studiate, anche il problema della pioggia, bestia nera per tutti i popoli che hanno costruito con la terra. «L’argilla contenuta nei muri», spiegano gli architetti, «al contatto con l’acqua diventa viscida e impermeabile, creando una sorta di pellicola che protegge tutta la muratura interna». Più difficile da risolvere il deterioramento dato dall’acqua in caso di piogge importanti. «Per evitare il ruscellamento, che può causare il distacco delle parti di ghiaia», precisano Pietro e Sisma, «abbiamo utilizzato la tecnica messa a punto da Rauch, che prevede l’inserimento di filari di mattoni cotti, incastonati lungo tutte le murature e che funzionano da rompigoccia».

DALLA COSTRUZIONE ALLA DEMOLIZIONE – Per Pietro e Simsa Melloni la casa in terra cruda pisé a Stribugliano rappresenta anche la realizzazione di una sorta di visione stilistica, avuta durante gli anni dell'università. «In questi anni», racconta Pietro, «abbiamo viaggiato per il mondo per vedere con i nostri occhi le case in terra dei diversi territori. Dalla Cina all’Africa sono molti gli esempi da cui trarre ispirazione. Ad esempio in Marocco, dove si vedono case che richiamano le sfumature della terra della strada in cui sono state costruite». Scelta che non stravolge i contesti abitativi. «Non serve snaturare il paesaggio con costruzioni che non hanno niente a che vedere con il luogo», aggiunge Simsa. «Bisogna cercare di ritrovare l’identità locale anche negli edifici. Ad esempio, la Toscana è regione di terra, sassi e mattoni». Materiali che, in caso si volesse demolire la costruzione, sono tutti biodegradabili. «Se questa casa dovesse essere abbattuta», conclude Pietro, «più del 50% della costruzione potrebbe tornare a essere un campo arato»."








sabato 5 gennaio 2013

Football for Hope in Rwanda

Questa architettura è l'esempio di come il football possa diventare un mezzo per una riconciliazione per la popolazione, ancora alle prese con l'eredità del genocidio del 1994, e facilitare la vita formazione professionale per i giovani. Situata in una delle più densamente popolate e svantaggiate zone della capitale, Kigali, la Kimisgara Community Centre si propone di offrire ai giovani nuove opportunità.

Come?

L'iniziativa 'Football for Hope', sviluppata insieme agli architetti di Architecture for Humanity, non è una cosa totalmente nuova ma è un esperimento che in Namibia ha riscosso un buon successo, grazie al supporto anche di FIFA e l'organizzazione 'streetfootballworld': il presupposto di questo progetto è considerare lo sport fondamentale per l'aggregazione delle persone e il loro miglioramento di vita.
A fare da traino è stata anche la manifestazione dei mondiali del 2010 che ha favorito la nascita di diversi centri, tra cui uno per persone con disagi mentali, grazie alla collaborazione con Special Olympics Namibia. In Rwanda però l'obiettivo da raggiungere è più complesso: incoraggiare una coesistenza pacifica un ponte, colmando il divario etnico attraverso programmi sociali ed educativi.





Il complesso architettonico è composto da un solo blocco e dispone di un ampio tetto sporgente per garantire ombra, raffreddare gli interni e fornire protezione dalle piogge durante la stagione umida. Un sistema di raccolta fà sì che l'acqua piovana possa essere immagazzinata e filtrata per poi essere bevuta e perfino l'acqua del campo da calcio può essere immagazzinata e riutilizzata per uso sanitario: questo sistema low-tech riesce a catturare ben 2,6 milioni di litri di acqua all'anno! Le celle solari sono utilizzati per azionare le pompe per l'acqua e le luci a LED del campo da calcio, offrendo una buona occasione di giocare al fresco della notte, migliorandone anche la sicurezza.



I materiali prevalentemente usati per la costruzione sono pietre locali, mattoni e terra battuta; è stato cercato di utilizzare il cemento il meno possibile, solo dove indispensabile, per ridurre sensibilmente i costi.


Inoltre questo progetto ha ricevuto una menzione d'onore ai SEED Awards per le iniziative eco-sostenibili che portano a un miglioramento della lotta contro la povertà in un ottica di green economy.

Ecco qui dal sito http://www.livegreenblog.com/sustainable-architecture/architecture-for-humanity-and-football-for-hope-in-rwanda-8343/ le caratteristiche riassuntive del progetto:

NAME: Kimisagara Football for Hope Centre
PROJECT LEAD: Football for Hope, http://www.streetfootballworld.org/football-for-hope2
LOCATION: Kimisagara, Kigali, Rwanda
START DATE: May 04, 2009
SIZE: 240 sq. m
SPONSORING ORGANIZATION: FIFA, http://www.fifa.com
PROJECT PARTNER: streetfootballworld, http://www.streetfootballworld.org/football-for-hope2
CLIENT: Espérance, http://www.esperance.rw
PROJECT PARTNER: Architecture for Humanity,http://www.architectureforhumanity.orghttp://openarchitecturenetwork.org/
ARCHITECT OF RECORD: Lakes Consortium
CONTRACTOR(S): Three Code Construction (Leonard Omari)
DESIGN FELLOW: Killian Doherty
STUDENT: Tiffany Lau/Seung Jin Ham, Rui Peng
PHOTOGRAPHS: Killian Doherty, Darren Gill
Awards: SEED Award 2011 http://www.seedinit.org/
Links: Katutura, http://www.livegreenblog.com/materials/katutura-football-for-hope-centre-for-achievement-of-the-un-millenium-development-goals-7603/