lunedì 28 ottobre 2013

Patate e carote: non è un minestrone, ma l'auto del futuro


Diversi siti riportano la notizia, ci sarebbe questa azienda, la Johnson Control (non ho ben capito se sia questa qui o no ma credo di sì), leader nella componentistica per automobili, ma che si occupa anche si efficienza energetica a più ampio spettro, che ha annunciato una nuova tecnologia di stampaggio plastico che include fibre vegetali di carote, patate e cannabis (perchè proprio non ci vogliamo far mancare niente!) nel composto dei vari pezzi per auto.
I vantaggi che ne trarremmo sarebbero la riduzione del peso del 40% con il contemporaneo aumento della resistenza del 30% rispetto alle normali carrozzerie in metallo.

Alcuni pezzi per i costruttori di auto sono già disponibili: nuovi pannelli porta realizzati con la tecnologia di stampaggio ibrido CHyM (Compression Hybrid Molding) che unisce le fibre vegetali alle resine ad alta resistenza. Utilizzando come materiale di base alcuni prodotti vegetali (amido di mais, grano, tapioca, patate) si possono produrre differenti bioplastiche adattabili a diverse parti del veicolo, tagliando le emissioni di CO2.

Le auto del futuro che tagliano le emissioni saranno composte principalmente di bioplastiche, un materiale che sta prendendo piede negli ultimi tempi per far fronte al surriscaldamento ambientale e rispettare gli impegni con l'Europa e con il pianeta di tagliale le emissioni di CO2, sia durante la produzione che nella durata (essendo più leggera consuma meno carburante), ma soprattutto al termine del ciclo di vita.

Si tratta però di una tecnologia non nuova, soprattutto se si parla di automobili. Infatti oltre ad una monoposto con volante in carote e carrozzeria in patate costruita dall'Università di Warwick in Gran Bretagna, la paternità della prima vera auto ecologica appartiene ad Henry Ford. Nel lontano 1941 egli ultimo la Hemp Body Car, un prototipo di automobile realizzato interamente con un materiale plastico ottenuto dalla canapa.

Di immagini non sono riuscita a trovarne per cui vi metto queste, giusto per suggestionarvi un pochetto!







martedì 8 ottobre 2013

Ecco l'ambulanza-parco giochi per l'ospedale Beit Cure in Malawi

- Ma che ce famo con 'sta ambulanza?
- Tienila, tienila, che nun se sa mai..


Ecco un buon esempio di come ogni cosa, anche la più improbabile, possa avere una nuova vita!
Due designers olandesi, Luc van Hoeckel e Pim van Baarsen, hanno avuto un'idea singolare: trasformare un'ambulanza in un parco giochi per bambini tutto in materiali riciclati e a prova di disabile.

La realizzazione è stata possibile grazie all'impresa manifatturiera locale Sakaramenta, che ha fornito tutti i pezzi necessari per scivoli e giostrine varie per il Beit Cure Hospital di Blantyre, in Malawi.

Il progetto mira inoltre ad una funzione sociale ben precisa: questo parco giochi totalmente accessibile vuole essere un vero punto d'incontro tra i disabili ricoverati e i ragazzi del quartiere, per poter incentivare e migliorare l'inserimento sociale delle persone con difficoltà motorie.
Tutto intorno all'ambulanza/scivolo sono presenti altre attrezzature di gioco che si caratterizzano per l'uso creativo di vecchi materiali come pneumatici, molle e assi.







Ecco qui i siti dei due designers e il relativo progetto:
http://www.pimvanbaarsen.com/PIMVANBAARSEN/Ambulance_Playground.html
http://www.lucvanhoeckel.nl/portfolio/work.html